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Grès, l'inizio

Anni fa, in Toscana, comprai un forno volutamente per le alte temperature in modo da poter sfruttare tutte le cotture per la "ceramica" considerata nel suo termine più vasto. Tuttavia per molto tempo mi sono attenuta a cotture tradizionali della zona di Montelupo Fiorentino espatriando solo per la sperimentazione con il raku.. L'anno scorso, ho risposto alla chiamata del grès che latente mi ammiccava in laboratorio.

Ed è stato amore!

Le alte temperature portano l'oggetto, praticamente a una vetrificazione...un piccolo assaggio di queste temperature, l'avevo già sperimentato anni addietro, sempre in Toscana, dove aguzzando l'ingegno non avendo a disposizione smalti o cristalline per il grès mi addentrai nella sperimentazione per rendere impermeabili dei bicchieri. Un  rischio estremo sia per il forno che le piastre, visto la deformazione e le bolle riscontrate, poi, su alcuni pezzi. 

 

Veniamo al dunque, ho creato degli oggetti di uso funzionale in grès e ho fatto una prima cottura a 1000 gradi per renderli più porosi e atti ad assorbire meglio smalti o cristalline. Per la seconda cottura ero dotata di un piccolo vademecum sui programmi datomi da chi mi ha venduto il grès: nel momento dell'utilizzo, mi sono accorta che ovviamente era tarato per determinati forni e che, per la legge di Murphy, il mio non era contemplato (seppur facente parte del teutonico esercito tedesco!).


Cosi non potendo usufruire di più step ho giocato con i soli due passi a mia disposizione:

1. salita pilotata di: 110 °C/h fino a 660°C 

2. salita pilotata di: 150 °C/h fino a 1250°C

3. skip nella discesa

Ho scoperto poi, che sono stata fin troppo cautelativa e che, tale curva poteva adattarsi perfettamente a una monocottura e al punto 2, visti i pezzi precedentemente biscottati, potevo tranquillamente impostare lo skip.

 

Buon vento, Ale

 

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